CHI VUOL FIABE, CHI VUOLE?
giardiniere, e andavano e venivano affannosamente; verso sera, il loro nido era già bell'e finito. Appena la Principessa lo scòrse tra i rami, se la prese col
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era la disperazione di quella povera mamma. Le vicine le avevan messo il nomignolo di Carbonella; e anche sua madre aveva finito col non chiamarla
CHI VUOL FIABE, CHI VUOLE?
col martello caldaie, pentole, paioli, padelle sopra la incudinetta a palo fissata nel suolo; e continuando a lavorare, dava la voce ai passanti di sua
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bianchi, neri, variegati che pigolavano e chiedevano da beccare. E in un canto era già pronto un vassoio con midolla di pane sminuzzata intrisa col
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momento. E spiccava certi salti, come una cavalletta; per questo, col nome di una di esse, lo chiamarono Saltacavalla. Più cresceva e più frugolo diventava
CHI VUOL FIABE, CHI VUOLE?
, afferrando il filo o fermando il fuso col pericolo di farsi storpiare una manina. La poveretta, quando era sola in casa, e il bambino dormiva in una
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in tutte le case del regno, spazzarli col fruciandolo, tapparli e attendere. Appena cotta la fornata di palazzo reale, tutti i forni delle case del
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, frugato col dito, trovava una monetina grossa quanto un lupino. - Tenete, poveretta! Tenete! Le diè altri quattro misurini, per gratitudine, e tornò
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traeva appresso pei corridoi del palazzo reale; li tastava, li accarezzava, li faceva star ritti sulle zampe di dietro, col collo proteso in avanti, con
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Formica? - Ve lo dirò un'altra volta. La mattina dopo, comare Formica era dentro il portone col bel telaio di argento e la bella spola d'oro e tesseva
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, se Vostra Maestà me lo permette" e glielo disse in un orecchio col consenso del Re - sin da quel momento le trattative furono rotte, e il Reuccio
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la strada avevano ideato un progetto per arricchire tutti. Dovevano dare alloggio e vitto a quella poveretta col bambino monco di braccia: e appena